Frodi r.c. auto e modulo C.A.I.: quando la constatazione amichevole non basta

Frodi r.c. auto e modulo C.A.I.: quando la constatazione amichevole non basta
02 Dicembre 2015: Frodi r.c. auto e modulo C.A.I.: quando la constatazione amichevole non basta 02 Dicembre 2015

Con la sentenza n. 15881/2013, la Cassazione civile ha precisato i limiti del valore probatorio della constatazione amichevole di incidente, affermando per la prima volta che questa non riveste alcun rilievo ai fini di provare l’effettivo accadimento dell’incidente, qualora questo sia contestato, trattandosi di un “antecedente logico” della dinamica del sinistro per la quale invece l’art. 143 del codice delle assicurazioni private attribuisce rilevanza al modulo C.A.I. sottoscritto da entrambi i conducenti. Se l’accadimento stesso dell’incidente è contestato, grava quindi sul danneggiato l’onere di provare che esso sia effettivamente accaduto, in virtù del principio previsto dall’art. 2697 c.c., e questo non può ritenersi assolto per effetto della mera produzione del modulo CAI. L’Avv. Miotto, commentando tale decisione in Responsabilità civile e previdenza (2014, 1637 e segg.), ricostruisce il percorso interpretativo che conduce a questo risultato, sottolineando l’importanza del principio giuridico così affermato dalla Cassazione, che trascende la specifica questione. Il principio di diritto oggetto della pronuncia annoata, infatti, denota un atteggiamento di maggior rigore ermeneutico che appare coerente con le recenti iniziative del legislatore finalizzate a rendere più incisiva la prevenzione ed il contrasto delle frodi nell’assicurazione “r.c. auto”, al fine di tutelare gli assicurati dall’indebito aggravio dei premi assicurativi provocato dai sinistri fraudolenti, fra i quali non sono davvero pochi quelli denunciati, ma in realtà mai avvenuti.

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